continua ...si è creata una stretta
collaborazione («Il nostro fornitore ufficiale di “disgrazie” – dice con
ironia la dottoressa – è don Giovanni delle Parrocchie San Barnaba e Maria
Madre della Chiesa al Ggratosoglio, che è bravissimo, come tutti sanno; ma
anche segnalazioni dai City Angels, anche perché abbiamo una linea che si
occupa di fornire abbigliamento, scarpe»). Il cibo viene distribuito dai
volontari due volte a settimana e copre attualmente il fabbisogno di ben
più di un centinaio di famiglie, uno spaccato della città che soffre.
Secondo il Comune di Milano, questa emergenza ha portato sotto la soglia
di povertà oltre 18mila famiglie. «Noi ci siamo molto indirizzati sulle comunità e case famiglia di zona 5,
come l’Associazione Ciao, L’Impronta, la Comunità Oklahoma…», spiega la
dottoressa: «in tutti i fine settimana di dicembre abbiamo garantito loro
un pasto particolare, che è stato realizzato dal cuoco del Bislunga,
il Bistrot dell’As Rugby di Novegro, chiusa per il lockdown e che quindi
era in difficoltà. In fondo il concetto di “aiutility” è proprio quello di
essere di reciproca utilità. Perché non aiutarci? Il bravissimo cuoco del
Bislunga (inglese, in Italia da vent’anni e parla come Don Lurio,
simpaticissimo) ci propone il “raviolo in progress”? Bene, noi lo aiutiamo
raccogliendo fondi per farglielo realizzare, affinché almeno durante il
week end quelle comunità abbiano un pranzo super, un po’ diverso, di cose
molto buone, pasta fatta in casa, ragù eccellente…». Un circolo virtuoso. «Siamo partiti con un entusiasmo pazzesco, pur senza
conoscerci – racconta Campanini –. Quelli del gruppo però li conosco
tutti, e sono il cuore di Aiutility, una chat assolutamente “improbabile”,
dove fioccano messaggi “a manetta”… È stata ed è, un’esperienza
bellissima. Siamo tutte persone diverse per storie, ma con un obiettivo
comune, che ci ha legato tantissimo. E non ci siamo fermati neanche in
estate. Allora abbiamo deciso, “strutturiamoci”: da lì è nata la onlus
(Associazione Aiutility Onlus), un modo per “complicarci un po’ la vita”,
perché ci sono più regole. Ma che in realtà serve a semplificare la
richiesta di fondi, tutelarci, darci un minimo di struttura». A coordinare questo insieme, molto sfaccettato, di associazioni che via
via si sono aggregate, è sempre lei, “la doc”, come la chiamano in chat e
che, oltre a coordinare, sa anche molto bene decentrare. «All’inizio –
continua la dottoressa – durante il primo lockdown, quando non c’era
possibilità di movimento e per aiutare le persone dovevamo trasportare
cose, c’era il rischio di essere multati, allora abbiamo deciso di
occuparci noi della logistica di accumulo delle derrate e poi di trovare
qualcuno che le potesse distribuire; quindi abbiamo scoperto che Arci
faceva questo lavoro, nella figura di Cecilia Strada e del gruppo AiutArci
dei circoli di aiuto solidale Gps di Milano (www.arcimilano.it). Con la
loro collaborazione, anche noi abbiamo poi creato un gruppo di consegna
spesa. Insomma, così è partito il tutto. E il mio studio è diventato una sorta di
bricà-brac, un suk». Ad aiutarla nello stoccaggio e non solo, oltre alla
sua «santa segretaria», anche il portinaio cingalese: «Che ha sposato la
causa e ha detto: “questa è la mia occasione per ringraziare l’Italia che
mi ha accolto”. Succedono un po’ di “magie” quando si agisce per il bene
comune – ne è certa Mariacristina – e succedono da sole, senza cercarle.
Per cui a metà giornata, quando lui ha l’intervallo, comincia a guardare
dove sono le offerte e poi la sera, una volta chiusa la portineria, parte
con la sua auto e va a ritirarle, in modo da poter garantire una qualità
buona di quel che si prende. Infatti a volte si riceve, ma a volte si
compra, se ci sono necessità impellenti (es.: servono sottilette per i
panini ai senzatetto, andiamo a comperarle…)». Esiste quindi un fondo dove si possono fare donazioni: «Sì, perché da
settembre abbiamo aperto un conto corrente. E lì vanno i soldi delle
vendite dei nostri gadget: abbiamo sviluppato una linea di produzione di
mascherine protettive (a offerta libera) fatte a mano da partecipanti del
gruppo. Poi, tutto ciò che si vende si tramuta in cibo per adulti,
bambini, animali domestici, prodotti di igiene personale e per la casa:
sono calamite, magliette, piccoli oggetti in polvere di ceramica
bellissimi, realizzati da una coppia di giovani senza lavoro e senza casa
(con un cane al seguito), a cui abbiamo dato una mano a trovare
un’ubicazione… Insomma un po’ di oggettistica con il nostro brand. E poi,
sul conto corrente, arrivano le offerte!. I volontari di Aiutility sono gioiosamente noti come “quelli della doc”.
«All’inizio, in soli due mesi, la cooperazione con associazioni o gruppi
solidali si è espansa e le nostre “amicizie solidali” sono cresciute
molto. E poi ci sono amici straordinari e “di parte”, come la consigliera
del Mu5 Angela Lanzi, che di recente ci ha recuperato 10 tablet
ricondizionati… Le persone diAiutility sono davvero tutta bella gente. Chi
collabora come esercente, spinto dal desiderio di agire bene, guadagna
anche visibilità sui media: mi riferisco a negozianti come Antonella la
cartolaia di via Meda, molto disponibile, ma anche a Lia pasticcera
e ai panettieri Tucano e Galantino, che sono davvero sempre presenti,
inoltre a piccoli artigiani come sarte, idraulici…; chi partecipa come
donatore è gratificato dalla trasparenza del sistema; chi riceve non deve
chiedere». Tra gli obiettivi della onlus c’è anche quello di promuovere la
riduzione dello spreco, con l’utilizzo di prodotti di qualità
invenduti che andrebbero buttati. «Recuperiamo ad esempio cibo da
produttori artigianali (panettieri…), commercianti (ristoranti, grande
distribuzione alimentare…), anche cibi semifreschi da consegnare entro
24/48 ore». Infine, per non dimenticare proprio nulla, il volontariato di Aiutility
contempla anche la donazione di attività educative. «Abbiamo due
persone che vanno a insegnare a leggere e scrivere alle mamme detenute
dell’associazione Ciao – conclude la dottoressa – in modo che possano un
pochino essere alfabetizzate. Ma organizziamo anche incontri e feste a
tema: a Natale e alla Befana, siamo riusciti a portare i giochi ai bambini
nelle case famiglia… Poi ci sono diversi sottogruppi: “aiutansfert” per portare le cose
alle comunità quando queste non possono venire a prenderle;
“aiutordine”, quando nel box c’è delirio; ci sono le “manine sarte”
che fanno tanti bei lavori…», piccoli sottogruppi di aiutility web, tutti
molto utili. Potremmo continuare all’infinito. E tutto questo grazie
all’iniziativa di una donna medico straordinaria, di una simpatia
travolgente e dalle energie inesauribili.
Che dire di più? Complimenti
Mariacristina! |